giovedì 29 novembre 2012

Cosa sono gli alimenti a km zero e la filiera corta? E perchè preferirli?


prodotti “a Km zero” sono tutti quei prodotti, per lo più generi alimentari, che vengono venduti e consumati vicino nel raggio di pochi chilometri dal luogo di produzione; sono anche chiamati prodotti a filiera corta poiché spesso, accorciando le distanze fisiche che separano produttore da consumatore, si accorcia anche la filiera, non essendoci la necessità di intermediari del trasporto, grossisti o mercati generali che poi ridistribuiscono a dettaglianti. Molte volte addirittura, se unprodotto è km 0, viene anche venduto direttamente dal produttore al consumatore: è ciò che succede nei farmers' market.
Perchè preferire alimenti e prodotti a chilometri zero rispetto a quelli disponibili nella GDO?
Spesso la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) rende disponibili per tutto l'anno frutta e verdura fuori stagione o esotica, o ancora carne straniera: prima di finire nelle nostre tavole questi prodotti hanno percorso migliaia di chilometri e sono stati responsabili di tonnellate di energia prodotta.
Tutto il petrolio, la Co2 emessa, l'energia sprecata per il trasporto di merce che potremmo reperire nelle campagne circostanti scegliendo la stagione giusta o rimodellando le nostre scelte, contribuisce in modo significativo all'inquinamento e al riscaldamento globale.
Scegliere prodotti a km 0, significa in primo luogo contribuire alla causa ambientale.
Ma non solo.
Quali sono i vantaggi dei prodotti a km 0?
- I prodotti a km zero, che sono anche di stagione, costano meno a causa dell'abbattimento dei costi di trasporto, ma anche perchè spesso la filiera si accorcia (ed il vantaggio ricado quindi anche sul piccolo produttore piuttosto che sulla grande distribuzione organizzata!).
- Un prodotto a km zero è per definizione un prodotto nostrano, con tutti i vantaggi del caso in termini di salute e sicurezza: pensiamo ad esempio ai diversi regimi di controllo sull'imballaggio e il confezionamento e la perdita delle caratteristiche organolettiche determinata da un lungo viaggio.
- I prodotti a km zero ci permettono di riscoprire il piacere del buon cibo di stagione, e degli alimenti nostrani, tipici del nostro territorio, oltre a contribuire alla riscoperta delle differenze biologiche tra varietà di frutta e verdura.
- ovviamente scegliendo prodotti a km zero non saremmo responsabili dell'inquinamento atmosferico!
Dunque, se vogliamo scegliere ed acquistare prodotti a chilometri zero, dove possiamo trovarli?
L’elenco dei Prodotti a Km 0 raggruppa un gran numero di mercati e posti in cui acquistare prodotti a km zero ed a filiera corta.

Maria Amatulli

giovedì 22 novembre 2012

Contro la crisi “A Natale Consuma Campano”.

Sensibilizzare gli abitanti della Regione all’acquisto dei prodotti locali ed assicurare la tenuta dei livelli occupazionali: è questa la mission che ha spinto per il quinto anno consecutivo il Segretario regionale del Settore Agroalimentare della Ugl Campania Ferdinando Palumbo a lanciale l’iniziativa “A Natale Consuma Campano”. Folto il comitato promotore della edizione 2012 che vede la partecipazione di personaggi delle istituzioni, della società civile e del mondo dello spettacolo, i quali, come negli scorsi anni, si sono confrontati sui temi proposti dal sindacato guidato da Giovanni Centrella. “Orientare i consumi innanzitutto sui prodotti alimentari, ma in generale su tutto quanto fa Made in Campania, per le spesa natalizia ed anche per i piccoli regali è un atto concreto di sostegno alla nostra economia” ha dichiarato Palumbo “e’ un modo per ridare ossigeno ed auspicabilmente nuova occupazione  ai tanti corregionali che versano in cattive condizioni”. Entusiastica la replica  di Damiano Cardiello, Consigliere Comunale di Eboli “Orgogliosi di consumare campano ! Anche quest'anno aderisco convintamente alla iniziativa” ha aggiunto “Non passa inosservato il momento di forte contrazione economica durante il quale dobbiamo garantire, con l’acquisto, una forte tutela dei prodotti nostrani”.
 Il parlamentare Gianfranco Paglia ha definito l’iniziativa: “Utile in tutti i sensi: per la salute, per un rilancio economico e ovviamente perché campana”. Per il Consigliere Regionale Bianca D’Angelo “La valorizzazione dei prodotti campani è la migliore strada per il rilancio economico. Le nostre eccellenze” ha argomentato “devono essere conosciute e pubblicizzate in tutto il mondo con il contributo della Regione affinché l’espansione di tale settore generi lavoro, ed occupazione per le nostre aziende”. Nunzio Di Martino, consigliere comunale di Ercolano,  ha invece puntato l’indice sulla distribuzione e sulla promozione “I Nostri prodotti devono essere più conosciuti, anche e soprattutto dagli abitanti della regione. Bisogna adoperarsi affinché sia possibile trovarli ovunque”. In una nota affidata agli organi di stampa la Ugl Agroalimentare Campania precisa che le adesioni al comitato resteranno aperte a tutti quelli che vorranno parteciparvi i quali potranno farlo anche utilizzando un'apposita pagina nata su facebook. 
Il comitato promotore risulta così composto:
Luigi Aldo Baj (Consorzio AL.B.A. Allevatori Bufalini Associati); Damiano Cardiello (Consigliere Comunale Eboli); Mario Carnevale Consigliere Comunale Afragola); Melania Capasso (Presidente Assoutenti Regione Campania); Angelo Consoli (Consigliere Regionale Campania); Enzo Cuomo (Presidente Anci Campania); Bianca D’Angelo (Consigliere Regionale Campania); Nunzio Di Martino(Consigliere Comunale Ercolano); Alfonso Maria Fimiani (Presidente Circoli Ambiente e della Cultura Rurale); Luciano Gentile (Presidente Associazione Max Weber); Erminia Mazzoni (Europarlamentare); Luciano Marotta (Commissario Provinciale La Destra Napoli); Gianfranco Paglia (Deputato); Ferdinando Palumbo (Segretario Regionale Ugl Agroalimentare Campania); Enzo Rivellini(Europarlamentare); Domenico Testa (Conduttore Radiofonico Rcn).


Fonte Julie News

mercoledì 21 novembre 2012

Pizza: ad Eataly nasce la 4 pomodori


Quando un maestro incontra la qualità, il risultato è sempre bene per il palato.
Al recente Eataly di Torino, Enzo Coccia, pizzaiolo di fama, si è alleato con Danicoop, cooperativa agricola di Sarno.
Coccia ha deciso di usare per la proprio arte i frutti del lavoro dei suoi contadini: pomodori datterini, essiccati al sole, corbarino e San Marzano DOP.
Un poker di ortaggi rossi, che ha suggerito il nome: pizza 4 pomodori, anche omaggio a GustaRosso, progetto Danicoop per valorizzare le specie antiche (spesso dimenticate di pomodori).
Sulla pizza si sono espressi gli organizzatori di Eataly definendola "Insieme dei prodotti della Campania, dall'olio al pomodoro, alla mozzarella, ma anche alla birra o al vino, e proporre così un piatto tipico della nostra terra, come la pizza, che possa valorizzare allo stesso tempo tutti i prodotti di ottima qualità che in questa terra si è in grado di produrre".
L'obiettivo a lungo termine diventa usare le opere di Coccia e colleghi per invogliare i giovani ad agire.
Lo stesso maestro campano ha viaggiato negli USA, sfornando pizze tutte a basi di prodotti italiani birre di Collesi e TheoBroma e GustaRosso-Danicoop. Elogiato da "New York Times" e dal "Wall Street Journal", il lavoro di Coccia si è espresso con degustazioni di sette versioni di pizza margherita, non a caso chiamata "Sette spose per sette fratelli".

Matteo Clerici

Irpinia: zona DOP per l'olio d'oliva


Irpinia - Colline dell'Ufita è il nome di un olio extravergine d'oliva campano a Denominazione d'Origine Protetta. L'area di produzione è in Irpinia e si estende sul territorio di 38 comuni nella parte centro-settentrionale della provincia di Avellino, approssimativamente la Valle Ufita ed il Medio Calore. Le caratteristiche aromatiche e gustative del prodotto sono da ricondurre alla principale varietà di olive che si utilizza come materia prima, la Ravece, pianta di origine non nota che cresce soprattutto in Valle Ufita.
Secondo il disciplinare, la raccolta delle olive deve essere effettuata a mano oppure con l'impiego di macchine, mediante l'uso di reti o altri sistemi di captazione, mentre è vietata la raccolta delle olive cadute naturalmente sul terreno e quella su reti permanenti. Per l'estrazione dell'olio sono ammessi soltanto processi meccanici e fisici. L'imbottigliamento, poi, può avvenire solo nella zona di produzione per garantire controllo e rintracciabilità